A cura dei Creative Mediator di Manifesta 12 Bregtje van der Haak, Andrés Jaque, Ippolito Pestellini Laparelli, Mirjam Varadinis.
Nel corso della storia, la città di Palermo è sempre stata un laboratorio di differenze, nei secoli meta di un processo migratorio costante attraverso l’alternarsi delle dominazioni: dagli antichi Greci, Arabi e Normanni, fino alle recenti migrazioni contemporanee delle popolazioni provenienti dal Nord Africa, Sud-est asiatico e Medio Oriente, che hanno arricchito e incessantemente ridefinito l’essenza della città e della sua popolazione. Le strade, l’architettura, i giardini, l’eredità culturale e le storie personali di Palermo rappresentano il risultato di un sincretismo di culture che rendono la città un modello in costante evoluzione, metafora delle trasformazioni in corso in tutto il Mediterraneo e oltre.
Nel dipinto Veduta di Palermo, realizzato da Francesco Lojacono nel 1875, custodito nella collezione della Galleria di Arte Moderna di Palermo, nessuno degli elementi naturali che compongono il paesaggio ritratto risulta indigeno. Gli alberi d’ulivo provengono dall’Asia, così come il pioppo tremulo arriva dal Medio Oriente, l’eucalipto dall’Australia, il fico d’India dal Messico, il nespolo dal Giappone. Anche gli alberi di agrumi, considerati ancora oggi un simbolo caratterizzante la Sicilia, sono un frutto introdotto dalla dominazione araba. Il giardino botanico di Palermo, fondato nel 1779, nacque come laboratorio in cui coltivare, studiare, sperimentare, mescolare le diverse specie. L’Orto Botanico di Palermo diventa metafora e principale ispirazione di questa edizione di Manifesta 12, che sceglie di sviluppare l’idea di “giardino”, esplorandone la capacità di aggregare le differenze e generare vita da tutti i movimenti e flussi migratori.
I giardini sono luoghi in cui forme di vita diverse si mescolano e si adattano per convivere. Spazi in cui l’impollinazione incrociata – espressione utilizzata in botanica – avviene attraverso l’incontro.
Nel 1997 il botanico francese Gilles Clément teorizza il mondo come un “giardino planetario”, di cui l’umanità ha il compito di essere il giardiniere. Come rapportarsi oggi a un mondo mosso da reti informative invisibili, interessi privati transnazionali, intelligenza algoritmica, processi ambientali e ineguaglianze che aumentano incessantemente? Vent’anni dopo la pubblicazione del libro di Clément, la metafora del pianeta come giardino è oggi più che mai attuale, non come spazio definito e controllabile dagli esseri umani, ma come luogo nel quale i “giardinieri” riconoscano la propria dipendenza dalle altre specie, confrontandosi in un comune sforzo di responsabilità, con i cambiamenti climatici, temporali e sociali in corso.
Palermo Atlas, lo studio urbano condotto da OMA per questa edizione di Manifesta 12, presenta Palermo come snodo di una vasta geografia di movimenti (di persone, capitali, merci, dati, semi, germi) molti dei quali spesso invisibili, intoccabili e fuori dal nostro controllo. Palermo è una città plasmata da questi flussi che la attraversano, dalla Somalia alla Scandinavia, dall’Indonesia a Gibilterra alle Americhe. Palermo è una città globale, paradigma delle complessità del contemporaneo, dove convergono questioni trans-territoriali cruciali: dal cambiamento climatico ai processi migratori, dall’impatto del turismo ai traffici illegali.
La posizione geografica di Palermo al centro di tre continenti la rende luogo ideale per investigare alcuni dei cambiamenti cruciali del nostro tempo, ma anche quello dove l’attuale modello di globalizzazione possa essere contestato e discusso per sviluppare nuove prospettive di impegno civile.
Negli anni ‘90 il movimento sociale Primavera di Palermo ha permesso alla città di riemergere dopo decenni di controllo criminale, con la ferma intenzione di stabilire nuove forme spontanee di azione civile. Simili ambizioni emergono nuovamente nella Palermo contemporanea, che è oggi più di ieri una città capace di accogliere processi migratori e proporre nuovi modelli di cittadinanza (tra questi l’ambizione d’essere promotrice di un’azione capace di abolire il permesso di soggiorno) e per i diritti umani (come la proposta promossa dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando di riconoscere la mobilità come diritto umano).
In stretta collaborazione con la comunità locale, Manifesta 12 intende interpretare la città come un laboratorio per affrontare le sfide del nostro tempo, cercando le tracce di futuri possibili. In una fase di crisi della globalizzazione, Manifesta 12 sceglie di essere radicalmente locale, relazionandosi con la città in tutte le sue diverse componenti.
“Il Giardino Planetario” ospiterà tre sezioni principali, ciascuna delle quali si farà interprete degli argomenti chiave della proposta curatoriale:
- Garden of Flows si concentrerà sulla tossicità, sulla vita delle piante e sulla cultura del giardinaggio esplorandolo in relazione ai beni comuni globali, all’interno dell’Orto Botanico.
- Out of Control Room investigherà il tema del potere nell’attuale regime di flussi globali. La location di questa sezione verrà rivelata nei prossimi mesi.
- City on Stage si rivolgerà alle opportunità esistenti nel centro e nelle periferie di Palermo per portare avanti progetti fin ora interrotti e mai realizzati. Collaborazioni produttive tra partners locali e stranieri con l’obiettivo di agire come catalizzatore verranno iniziate con l’obiettivo di poter dare l’avvio a iniziative a lungo termine in città.
Il Teatro Garibaldi ospita una biblioteca, uno spazio caffetteria e sarà una delle sedi del programma degli eventi pubblici, tra cui dibattiti, workshop e proiezioni cinematografiche (tra questi una programmazione dedicata alle pellicole realizzate nella città di Palermo – con introduzione e sessioni di domande e risposte).
Manifesta 12 nel 2018 dialogherà inoltre con le componenti più immateriali della città. Lo farà onorando la storica tradizione di racconti o cantastorie attraverso una serie di nuove produzioni narrative sulle reti nascoste della città; la processione di Santa Rosalia sarà declinata come espressione di sincretismo e dialogo contemporanei; promuovendo le realtà e iniziative esistenti affinché diventino spazi per l’accoglienza pubblica; disvelando la multiforme collezione di archivi privati presenti in città, mettendo in scena alcune storie inedite di Palermo e dei i suoi protagonisti.
I partecipanti e i progetti di ciascuna sezione di Manifesta 12 saranno rivelati nella fase preparatoria della biennale, che si aprirà il 16 giugno 2018 e si concluderà il 4 novembre 2018.