Palazzo Butera
via Butera, 18
Situato nell’antico quartiere della Kalsa, Palazzo Butera presenta un primo impianto riconducibile alla fine del Seicento, ma la sua configurazione architettonica si colloca nel pieno Settecento. Il palazzo è appartenuto alla nobile famiglia dei Branciforte, che nel corso del tempo ricevettero l’investitura di principi di Butera. Nel 1737, il principe Ercole Michele Branciforte chiese il permesso al Senato palermitano di costruire una terrazza sulla strada dei Cattivi, per conformare il palazzo ai due edifici vicini, che sporgevano rispetto al suo di sedici palmi. Dopo l’incendio scoppiato a palazzo nel 1759, che distrusse gran parte degli apparati interni, il principe attuò una politica di ampliamento affittando per cinque anni il palazzo che affacciava sulla piazza di San Niccolò, di proprietà dei Benso, duchi di Verdura, ma soprattutto acquistando in contumacia il palazzo di Francesco Moncada, conte di Caltanissetta. È a partire da questo momento che Palazzo Butera acquisisce le dimensioni monumentali che lo rendono secondo solo a palazzo Reale, nella città di Palermo. Nel 2015, Palazzo Butera è stato acquistato da Massimo e Francesca Valsecchi, ed è partito un cantiere di restauro, interamente sostenuto dai nuovi proprietari.
Palazzo Butera fa parte della sezione Garden of Flows de Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza e ospita le opere di Maria Thereza Alves, Melanie Bonajo, Fallen Fruit, Renato Leotta, Uriel Orlow e Sergey Sapozhnikov.