Palazzo Costantino

Palazzo Costantino. Copyright Manifesta. Photo by Cave Studio

Palazzo Costantino
via Maqueda, 215

Palazzo Costantino si trova nel cantone nord-orientale dei Quattro Canti (il Cantone di Sant’Oliva). Il palazzo fu costruito da Giuseppe Merendino nella seconda metà del XVIII secolo, su precedente struttura seicentesca. In seguito all’acquisto da parte del marchese Giuseppe Costantino, l’edificio fu oggetto di un’importante intervento di ristrutturazione progettato dall’architetto Venanzio Marvuglia, che combinava elementi tradizionali del ‘700 con caratteristiche del nascente stile neoclassico.
Il corpo centrale del palazzo si sviluppa con una configurazione ad U sull’asse prospettico portone-corte-scalone d’onore e si articola intorno ad un cortile a doppio loggiato. A sinistra dell’atrio è presente la guardiola del palazzo e sul fianco sinistro della corte un portone introduce la cavallerizza, la rimessa di carrozze e cavalli; in fondo alla corte si apre la duplice rampa dello scalone d’onore che conduce da un lato all’ammezzato di sinistra e dall’altro al vestibolo del piano nobile.
I saloni principali vennero decorati con stucchi, affreschi di Gioacchino Martorana, preziosi arredi stile Luigi XV e Luigi XVI in legno intagliato e dorato e pavimenti maiolicati settecenteschi come quello rappresentante La nascita di Venere di manifattura napoletana “Barberio”. Gli affreschi presenti nelle altre sale sono invece di Giuseppe Velasco, Elia Interguglielmi e Gaspare Fumagalli.
Durante la seconda guerra mondiale il palazzo fu confiscato sia dalle truppe tedesche che da quelle alleate, rimanendo danneggiato nelle decorazioni e negli arredi. Negli anni ’60 del XX secolo parte del palazzo fu affittato alla società La Rinascente che aveva in locazione il limitrofo Palazzo Napoli. Nel palazzo furono ricavati uffici e magazzini e molti vani sono stati modificati. Ad oggi, la proprietà del palazzo è di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona.

Palazzo Costantino fa parte della sezione City on Stage de Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza e ospite le opere di Jelili Atiku, Matilde Cassani, Masbedo, Roberto Collovà, Coloco & Gilles Clément e dei Rotor.