Palermo Herbal, 2018

Malin FranzénPalermo Herbal (2018), tecnica mista
In collaborazione con: Marco Di Bella (Associazione Culturale Mali Caratteri), Alfredo Caratello, Giuseppe Certa (Orto Botanico di Palermo), Valeria Vetri, Claudio de Pasquale, Salvatore Guarino (Università degli Studi di Palermo), Don Mariano Colletta OSB, Ignazio Putano, Clara di Blasi (Abbazia di S.Martino delle Scale di Palermo), Caterina Trapani, Ombretta Zora, Annamaria Fricano, Claudia Latino, Chiara Daniele, Irene Oliveri, Vera Mormino, Luca Dardari

Il botanico siciliano Paolo Boccone (1633–1704) utilizzava un metodo particolare per colorare le piante pressate e stamparle direttamente su carta, un procedimento noto come stampa naturale. Boccone nutriva un interesse particolare per le piante contenenti tossine che potevano essere utilizzate in campo medicinale. Le sue ricerche lo portarono a compiere un grand tour nel nord Europa, dove ancora si trovano buona parte delle sue stampe. I primi studi di Boccone sull’utilizzo di piante tossiche possono essere messi in rapporto alle moderne ricerche tossicologiche su come gli ecosistemi vengono colpiti dall’inquinamento; come ad esempio le ricerche sul fitorisanamento, una pratica basata sulla capacità che alcune piante hanno di bonificare acque e terreni. Le Phragmite Australis, le comuni canne di palude, oggi generalmente utilizzate per interventi di fitorisanamento, nel corso dei secoli furono usate con scopi medici, come cibo e materiale da costruzione. Considerate piante infestanti, sono allo stesso tempo una delle piante da fiore più diffuse al mondo. In Palermo Herbal, Malin Franzén accosta il metodo di stampa naturale di Boccone a moderni sistemi di visualizzazione scientifica, per rappresentare piante capaci di convivere con sostanze tossiche, come le canne o piante trovate presso l’estuario del fiume Oreto e nel parco abbandonato di Acqua dei Corsari di Palermo.