Liquid Violence, 2018 

Forensic OceanographyLiquid Violence (2018), installazione video

Sezione: Out of Control Room

Dal 2011 Forensic Oceanography conduce una ricerca critica sui fattori spaziali ed estetici che hanno trasformato il Mar Mediterraneo in un’area di confine militarizzata dove moltissimi migranti hanno perso la vita.
Liquid Violence (2018) riunisce tre percorsi di ricerca condotti nel corso degli anni: il primo, Liquid Traces (2014) descrive la rotta di un’imbarcazione abbandonata in mare nel 2011 durante gli interventi militari della Nato in Libia; Death by Rescue (2016) ricostruisce gli effetti letali delle decisioni prese dall’Italia e dall’Unione europea al fine di limitare le attività di ricerca e soccorso in mare; infine, Mare Clausum (2018) indaga la duplice strategia di chiusura del mare attualmente adottata dal Governo Italiano che da un lato criminalizza le attività di soccorso delle ONG e dall’altro sostiene azioni delle autorità libiche atte a prevenire e intercettare le partenze dei migranti.
Ognuno di questi progetti intende analizzare e contestualizzare una specifica forma di violenza attuata in una zona di confine e inoltre tratteggiare un’anatomia politica dei vari e mutevoli sistemi di controllo di frontiera e (non) soccorso in mare, prendendo in considerazione le drammatiche conseguenze che queste pratiche hanno sulle vite dei migranti.
L’opera è esposta a Palazzo Forcella De Seta.