The Third Choir, 2014

Lydia OurahmaneThe Third Choir (2014), installazione

Sezione: Out of Control Room

The Third Choir, esposta a Palazzo Ajutamicristo, è un’installazione sonora composta da venti barili vuoti di petrolio Naftal esportati dall’Algeria nel 2014. Ogni barile contiene un telefono cellulare sintonizzato sulla medesima frequenza di un trasmettitore radio FM; i cellulari emettono così simultaneamente lo stesso brano le cui sonorità sono amplificate dai barili.
Gli oggetti dell’installazione diventano rappresentativi delle politiche d’immigrazione, simboleggiando il processo burocratico dello spostamento geografico dall’Algeria all’Europa. L’opera riflette sulla valenza di questi oggetti rispetto alle strutture sociali e politiche algerine in relazione agli intenti e all’instabilità sociale che insieme conducono al fenomeno dell’immigrazione clandestina.
The Third Choir è stata la prima opera ad essere legalmente esportata dall’Algeria dal 1962, anno dell’entrata in vigore delle leggi per la limitazione del trasporto delle opere d’arte dopo la liberazione dell’Algeria dal dominio francese.